L'Umbria coinvolta nell'indagine dell'Authority sull'affidamento "in casa" del servizio idrico
L'Agenzia nazionale dei lavori pubblici ha aperto un fascicolo nei confronti degli ATO che non hanno appaltato la gestione
Nella giornata di oggi si è appreso che l'Authority nazionale dei Lavori pubblici ha aperto un fascicolo riferito a 64 Autorità d'ambito territoriale per i servizi idrici integrati. Tra le 16 regioni nelle quali ricadono gli Ato oggetto dell'indagine per aver proceduto all'affidamento del servizio "in house", ovvero senza alcuna gara aperta, compare anche l'Umbria, coinvolta per un solo caso (gli Ambiti regionali sono tre) al pari di Lazio, Campania, Puglia, Friuli, Basilicata, Sardegna, Toscana ed Emilia Romagna.L'inchiesta tocca anche 17 casi in Piemonte, 11 in Veneto, 10 in Lombardia, 6 in Abruzzo, 5 nelle Marche, 4 in Liguria e 2 in Calabria.Il numero dei casi evidenzia come la mancata applicazione della normativa che, richiamandosi alla Legge Galli, impone la separazione dell'attività di controllo da quella di gestione è risultata isolata.In Umbria il caso finito nella lente d'ingrandimento dell'Authority è probabilmente, come si desume dalle informazioni sotto riportate, quello dell'ATO 3 del Folignate-Spoletino.
L'ATO Umbria 3 opera nei 22 i Comuni che ne fanno parte: Bevagna, Campello sul Clitunno, Cascia, Castel Ritaldi, Cerreto di Spoleto, Foligno, Giano dell'Umbria, Gualdo Cattaneo, Montefalco, Monteleone di Spoleto, Nocera Umbra, Norcia, Poggiodomo, Preci, S. Anatolia di Narco, Scheggino, Sellano, Spello, Spoleto, Trevi,Vallo di Nera, Valtopina.
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venerdì 23 maggio 2008
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